Le malattie
cardiovascolari sono un gruppo di patologie a carico del cuore e/o dei vasi
sanguigni. Nonostante tale definizione faccia rientrare nella categoria
qualsiasi processo morboso a carico del sistema cardiovascolare (cardiopatie + vasculopatie), nel linguaggio comune si fa in genere
riferimento alle varie patologie correlate all'aterosclerosi.
Il restringimento, l'ostruzione o l'eccessivo
allargamento (aneurisma) dei vasi sanguigni che possono accompagnare questa
malattia, sono infatti responsabili di patologie molto diffuse, come quelle
coronariche (angina pectoris ed infarto), cerebrovascolari (ictus) e vascolari
periferiche (claudicatio intermittens
).
Nella famiglia delle patologie cardiovascolari vengono
fatti rientrare anche tutti i difetti congeniti del cuore, le malattie
reumatiche ad interessamento miocardico, le varie forme di aritmia, le
patologie che interessano le valvole cardiache e l'insufficienza cardiaca.
A livello mondiale, ed in particolare nei Paesi con uno
stile di vita tipicamente occidentale, le malattie cardiovascolari
rappresentano la principale causa di morte. Contribuiscono a questo triste
primato soprattutto le malattie associate all'aterosclerosi viste in
precedenza, la cui comparsa è favorita da uno stile di vita sempre più caratterizzato
dall'abuso di fumo, alcol e droghe, dalla sedentarietà e da una dieta poco attenta a
soddisfare, senza eccessi, i reali bisogni dell'organismo.
Considerata la grande vastità dell'argomento, per chi
volesse approfondire, riportiamo di seguito i collegamenti ai vari articoli del
sito inerenti le patologie cardiovascolari:
Il sistema cardiovascolare
Aterosclerosi e Arteriosclerosi
Coronarie e coronaropatie
Cardiopatia ischemica
Infarto
Angina pectoris
Ictus
Trombo e trombosi
Trombosi venosa profonda
Ipertrofia ventricolare sinistra
Soffio al cuore
Aneurisma aortico
Prevenzione delle patologie cardiovascolari
Attività sportiva e patologie cardiovascolari
Annunci Google
Cellule
staminali diabete
Riducete o eliminate oggi stesso la
vostra insulino-dipendenza
www.XCell-Center.it/Diabete
FATTORI DI
RISCHIO
La prevenzione delle malattie
cardiovascolari rappresenta un’urgenza per i Paesi industrializzati sia per la
loro diffusione, in continua crescita, che per la mortalità ad esse associata
(gli Europei muoiono più per le malattie cardiovascolari che per i tumori).
Le malattie cardiovascolari si possono prevenire. Le strategie preventive si
basano sul cambiamento di particolari abitudini comportamentali e sulla
correzione di condizioni patologiche che possono predisporre all’insorgenza
delle malattie cardiovascolari.
Lo scopo di questa sezione del portale è quello di fornire le informazioni
necessarie per conoscere il proprio rischio di avere una malattia
cardiovascolare e per prevenirle.
Cosa sono le malattie cardiovascolari?


Il sistema
cardiovascolare è formato da una pompa meccanica, il cuore, e da una sistema di
tubi che partono dal cuore (l'aorta e le altre grandi arterie) e
progressivamente si dividono in condotti sempre più piccoli (arterie di medie
dimensioni e arteriole) fino a tubicini dalla parete sottilissima (i
capillari). La principale funzione del sistema cardiovascolare è
quella di trasportare alle cellule di tutto il corpo il sangue e con esso
l'ossigeno e le sostanze nutritive; inoltre, esso è deputato a portar via
l'anidride carbonica e le sostanze di rifiuto prodotte dagli organi. Questi
scambi si realizzano attraverso i capillari che hanno pareti sottilissime e
arrivano a tutte le cellule.
Le malattie cardiovascolari sono le
patologie che colpiscono il cuore e/o i vasi sanguigni. Il danno provocato da queste malattie può far si che, in
determinati distretti, non giunga una quantità di sangue adeguata alle
esigenze. L’insufficiente afflusso di sangue in un distretto fa sì che le
cellule che lo costituiscono vadano rapidamente incontro a carenza di ossigeno.
Questa carenza di ossigeno è detta ischemia. Se l’ischemia si prolunga nel
tempo, può causare la morte di una parte dell'organo (infarto). L'ictus
cerebrale e l'infarto del miocardio sono le più gravi malattie cardiovascolari.
Nel primo caso la malattia determina una riduzione di sangue a livello di una
zona del cervello; nel secondo caso si ha una riduzione del flusso di sangue a
livello di una delle coronarie, i vasi deputati a portare il sangue al muscolo
cardiaco (miocardio). Il danno provocato al cuore dall'infarto rende più
difficile il lavoro di pompa di quest'organo e questo può determinare problemi
circolatori anche in altri distretti corporei.
Sia l'ictus
cerebrale sia l'infarto del miocardio sono, nella maggior parte dei casi, la
conseguenza del fenomeno noto con il termine di aterosclerosi. L'aterosclerosi consiste nel fatto che, sulla parete
interna dei vasi si formano dei depositi (le placche aterosclerotiche) di
materiale grasso (prevalentemente colesterolo). La formazione
della placca è un fenomeno che avviene nel tempo e dipende dalla
predisposizione di ciascun individuo e della presenza e gravità di alcuni
fattori, i cosiddetti fattori di rischio .
La placca
aterosclerotica restringe il lume del vaso e determina una riduzione del
flusso sanguigno. Le cellule a valle del restringimento saranno fornite da
una quantità ridotta di ossigeno e sostanze nutritizie; ciò una determina
sofferenza, l’ischemia, che diventa particolarmente evidente in situazioni di
aumentato fabbisogno energetico, come durante lo sforzo fisico. Il quadro
clinico corrispondente all’ischemia miocardica è l’angina. Il paziente avvertirà un dolore,
generalmente in corrispondenza dello sterno, l'angina per l'appunto (angor = dolore).
Le placche, inoltre,
possono rompersi. La rottura di una placca aterosclerotica determina
l’attivazione del sistema della coagulazione (come succede per le ferite) e
la formazione di un tappo emostatico costituito dalle piastrine e dai
componenti del sistema della coagulazione (fibrina). Il tappo emostatico
(trombo) determina un'ostruzione a valle della quale non arriverà sangue, ne’
ossigeno ne’ sostanze nutritizie. La sofferenza delle cellule è tale che
vanno incontro a morte. Il quadro clinico corrispondente alla trombosi è l’infarto.
|
Vai a: Navigazione, cerca
Per Cardiopatia in campo medico, si intende
qualunque malattia che interessa il cuore, ed è la causa nella sola America di un morto ogni 37 secondi nel
2007[1].
Le malattie che coinvolgono il cuore si dividono in
diverse macroaree.
La
malattia cardiaca congenita è una malformazione della struttura cardiaca o
della funzione cardiocircolatoria, presente fin dalla nascita, anche se spesso
viene diagnosticata in età adulta.
Tali malattie colpiscono un'unica valvola cardiaca, se invece comprendono più
valvole vengono denominate patologie multivalvolari,
che risulta essere una combinazione delle malattie seguenti.
L'endocardite
infettiva è un'infezione batterica che coinvolge il cuore,
e nello specifico interessa la superficie endoteliale.
Le miocardiopatie o cardiomiopatie sono l’insieme di
disordini che influiscono soprattutto sul muscolo cardiaco, esse vengono
denominate primitive, in quanto non possono derivare da nessun altra malattia
precedente.
Esse si costituiscono in:
Per coronaropatia si intende una qualsiasi
alterazione, anatomica o funzionale, delle arterie coronarie, cioè dei vasi sanguigni
che portano sangue al muscolo cardiaco.
Le coronaropatie possono essere congenite o acquisite.
Le coronaropatie congenite sono malattie rare,
spesso fatali e solitamente individuate nell'infanzia. Possono essere dovute a
difetti della genesi di uno o più vasi coronarici (atresie), a origine anomala (origine comune
delle coronarie da un seno coronarico o dall'aorta o dal tronco dell'arteria polmonare) o ad anomalie del loro
decorso.
Le coronaropatie
acquisite sono di solito conseguenti a ostruzione di uno o più rami delle
arterie coronarie su base aterosclerotica (causa di gran lunga più
frequente) o non aterosclerotica (interessamento coronarico da parte di
fenomeni embolici, da parte di flogosi come nella sarcoidosi o nel LES, oppure deposizione di materiali
abnormi, quali l'amiloide, sulle pareti dei vasi).
Mentre le coronaropatie congenite sono un gruppo di
affezioni raro, le coronaropatie acquisite rappresentano la principale causa di
morte, specialmente nei paesi ad alto tenore di sviluppo, nonché uno dei
principali problemi di salute, anche se il tasso di mortalità dei pazienti
affetti da CAD (Coronary Artery Disease) è in forte
diminuzione. Negli USA ogni anno le coronaropatie uccidono
500mila persone[1]. L'incidenza è più alta negli
uomini (2:1) che nelle donne.
1) Fattori predisponenti non influenzabili sono
2) Fattori di rischio di primo ordine
3) Fattori di rischio di secondo ordine
Se son presenti due
fattori di primo ordine, il rischio di sviluppare una coronaropatia si
quadruplica. Se son presenti tre fattori di primo ordine, il rischio aumenta di
10 volte.
Attualmente è in corso di
studio una possibile concausa all'aterosclerosi di natura
infettiva (infezione persistente di Chlamydia pneumoniae?).
Nell'infarto
al di sotto dei 30 anni si rileva
Il cuore è vascolarizzato da tre arterie principali, in equilibrio di flusso
tra loro: dal tronco sinistro si diparte l'arteria interventricolare anteriore IVA
che irriga la parete anteriore e gran parte del setto interventricolare; sempre dalla coronaria sinistra abbiamo la circonflessa CX;
l'arteria coronaria destra che ossigena la parete
posteriore diaframmatica.
Nel 10% dei casi abbiamo una predominanza destra, nel 10% una predominanza
sinistra.
In
funzione del numero di vasi interessati dalla stenosi ateromasica,
si parlerà di malattia di 1, 2 o 3 vasi.
In relazione alla percentuale di stenosi del condotto arteriosa possiamo
distinguere
La
malattia coronarica si manifesta come
La
manifestazione iniziale di una coronaropatia può essere
- Angina senza aumento delle troponine I
e T
- Angina con aumento delle troponine I
e T, ma senza elevazione del tratto elettrocardiografico ST (Angor NST)
- Infarto miocardico, con modificazioni
I/T ed elettrocardiografiche.
La diagnosi è eminentemente clinico-anamnestica,
per il dolore toracico caratteristico, ma l'assenza di dolore non esclude la
diagnosi, poiché più del 50% delle crisi ischemiche sono asintomatiche.
L'ECG è uno strumento fondamentale. Fatto a riposo
risulta essere normale, a meno che ripetuti episodi ischemici non abbiano
creato piccoli infarti, e quindi avremo modificazioni aspecifiche dell'onda T.
L'Holter, cioè l'ECG delle 24h, è utile in
quanto permette di individuare le condizioni che nella vita normale esprimono
un'ischemia silente.
L'ECG sotto sforzo (ergometria) risulta avere buone specificità e sensibilità. La specificità risulta essere
dell'80%. Più forte è lo sforzo e più numerose sono le stenosi coronariche, più
sensibile è l'esame. Nella malattia a 1 vaso la sensibilità è del 60%, a 2 vasi
è del 70%, a 3 vasi dell'80%.
Falsi negativi si hanno in caso di mancato
raggiungimento dello sforzo massimale (calcolato come 220-età, mentre lo sforzo
sottomassimale è 200-l'età). Falsi positivi si hanno spesso con gli ipertesi: in questo caso avremo sottoslivellamento ST senza lesioni coronariche.
La cosiddetta sindrome Q presenta pazienti con angor e risultati ergometrici positivi, ma coronarografia normale. È più frequente nelle donne.
La sensibilità dell'ergometro è inferiore nelle donne.
Tipico
dell'angor è il sottoslivellamento ST di almeno 0,1 mV
nelle derivazioni periferiche e almeno 0,2 mV in quelle precordiali.
Nell'angina di Prinzmetal si rileva invece un sopraslivellamento del tratto ST.
Rischi
di un ECG da sforzo capitano in 1-2 casi su 10.000 e si tratta prevalentemente
di fibrillazione ventricolare. Occorrente per
la rianimazione dev'essere presente durante la
seduta.
Controindicazioni sono l'angina instabile, la stenosi del tronco comune, l'insufficienza cardiaca manifesta, l'aneurisma aortico manifesto, l'ipertensione arteriosa sistemica mal
controllata (diastolica <115 mmHg), aritmie mal controllate.
Una prova sotto sforzo è consigliata in soggetti
asintomatici oltre i 40 anni in caso di presenza di più fattori di rischio.
Gli interventi chirurgici sono divisi in due gruppi, a
seconda che si utilizzi o meno in circolo coronarico (chirurgia indiretta e
chirurgia diretta). Nuove tendenze sono rivolte verso due obiettivi:
minimizzare l'accesso chirurgico (chirurgia miniinvasiva)
in cui l'accesso non avviene più attraverso una toracotomia mediana e associare
la CEC alla chirurgia miniinvasiva con cannulazione periferica e clampaggio
aortico tramite palloncino endovascolare
in aorta ascendente.
Gli interventi di chirurgia coronarica indiretta
sfruttano la circolazione sinusale del miocardio (connessione tra cavità
cardiache e circolo tradizionale). Sono state messe a punto tecniche
chirurgiche raffinate:
Costituiscono gli interventi più importanti, che hanno
determinato il boom della chirurgia cardiaca, e sono rivolti al riutilizzo
dell'albero coronarico nativo (interventricolare anteriore e coronaria di
destra). Si tratta di interventi di by-pass, cioè un tratto di vaso sano viene
anastomizzato con la coronaria stenotica a valle del
restringimento.
Il novero delle malattie causate dalla
degenerazione dei vasi,
che è drasticamente accelerata da molti fattori tra i quali quelli genetici, le
abitudini alimentari, il diabete, il fumo, l’alcool, lo stress, le intossicazioni
da metalli o da droghe, ecc., comprende un’enorme varietà di sintomi e
patologie.
Le più comuni di queste sono le coronaropatie, le
malattie cardiache e gli infarti, le trombosi, le occlusioni venose ed
arteriose, le embolie, emorragie cerebrali od ictus, le aritmie cardiache ed
altro.
E’ dimostrato che nelle più
comuni di queste patologie,
chiamate malattie cardiache coronariche ed ictus, i pazienti mostrano un livello estremamente basso di
melatonina notturna (vedi Lancet, volume 345, pag.
1408, 1995). Questo basso livello è un pericolosissimo segnale d’una disfunzione della ghiandola pineale e di conseguenza d’un malfunzionamento della
regolazione ormonale del corpo. La melatonina, infatti, è prodotta
dalla ghiandola pineale durante la notte e la sua assenza mostra una profonda
alterazione del controllo pineale degli ormoni.
Benché il suo effetto possa richiedere poche settimane o
pochi mesi, l’aggiungere l’assunzione di Key-Melatonin-fluid
alle vostre abitudini serali o
notturne può prolungare di decadi la vostra vita, permettendovi inoltre di
dormire di nuovo “come bambini”. Mentre voi dormirete, Key-Melatonin
fluid
proteggerà la ghiandola pineale.